Più commentate
- Ida Garberi, giornalista italiana: “Cuba è parte di me, o per meglio dire, sono già parte del suo popolo” | 27
- Monika Ertl: la donna che giustiziò l'uomo che tagliò le mani al Che | 21
- Correa: la Rivoluzione Cittadina ha dato stabilità politica al paese | 7
- Denunciano nuove provocazioni degli Stati Uniti contro Cuba | 6
- Festa della musica in Italia aprirà le sue porte con Los Van Van | 5
Articoli su imprenditore
Notizie »
Un paese non è una banca
Quando la politica tradizionale incominciò ad entrare in decadenza è nata la moda di lanciare gli imprenditori come candidati a governare. Si supponeva che il loro successo nell’azienda privata li abilitava a dirigere lo Stato, soprattutto in tempi in cui l’onda dell’equilibrio dei conti pubblici come obiettivo centrale dei governi incominciava ad imporsi. Loro sarebbero stati buoni dirigenti, non avrebbero speso in eccesso, avrebbero vigilato che i conti pubblici non fossero in deficit, avrebbero avuto ottime relazioni con gli imprenditori del paese ed all’estero, eccetera, eccetera.