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Militari egiziani arrestano giornalista corrispondente di TeleSur

Paolo Osoria

Paolo Osoria

Militari egiziani hanno arrestato oggi il corrispondente di Prensa Latina e TeleSur in Egitto, Pablo Osoria, ed al resto dei membri della sua squadra di lavoro ed hanno cancellato il materiale filmato nella giornata sugli attuali tumulti ne Il Cairo.

Osoria è stato intercettato insieme al suo cameraman nella piazza Ramses, dove stavano riportando sugli eventi degli scontri tra islamisti e forze castrensi, accompagnate da individui vestiti da civili.

“Reporter di distinti mezzi che tentano di fare il loro lavoro devono stare anche attenti agli spari di franco tiratori in agguato contro cameraman, fotografi e redattori che accedono alle zone di conflitto”, ha informato il giornalista.

I militari hanno arrestato durante alcuni minuti i membri della squadra ed hanno controllato in mezzo alla strada le loro riprese sui movimenti dei soldati, carri armati ed altri mezzi militari.

Osoria, che si è mantenuto in comunicazione telefonica con la sede di TeleSur mentre controllavano la telecamera, ha dichiarato che la centrica Piazza Ramsas è stata scenario di forti tumulti che sono sempre più frequenti.

Individui vestiti da civili soppiantano le autorità ed esigono la documentazione ai giornalisti che coprono gli atti di violenza originati dietro gli accampamenti di appoggio all’anteriore governo, ha spiegato Osoria, che ha ammesso di non essere stato maltrattato durante l’arresto.

La mancanza di controllo regna nella capitale ed i malviventi approfittano di questa circostanza per rubare le videocamere dei membri della stampa per estrarre le loro memorie e venderle, ha aggiunto il traduttore della squadra di TeleSur, arrestato e liberato questo venerdì.

Osoria, che ha precisato, che nel momento che è stato intercettato, si trovava esattamente di fronte alla sede della Lega Araba in questa capitale, ha detto che ogni giorno si diffondono di più nel paese gli scontri tra forze di sicurezza e la popolazione.

da Prensa Latina

traduzione di Ida Garberi

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