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Ricordano a L’Avana il massacro degli Indipendenti di Colore

Come una delle pagine più orrende del periodo neocoloniale cubano, è stato ricordato oggi a L’Avana il massacro dei membri del Partito Indipendente di Colore, nel centenario del brutale accaduto.

Miguel Barnet, presidente dell’Unione degli Scrittori ed Artisti di Cuba, in un atto in omaggio ai negri e meticci assassinati in quell’epoca, parafrasò i drammatici versi del poema “La Isla en peso”, del bardo Virgilio Piñera, per ricordare come dai suoi inizi la nazione cubana è stata marcata dal razzismo.

“Il Presidente Josè Miguel Gomez, un liberale di gabinetto, ma razzista consumato, ha combattuto i leader dell’innalzamento accaduto il 20 maggio 1912, quando le masse negre esigevano i loro diritti civili, rubati dal Governo, sotto l’influenza dell’intervento militare statunitense”, ha ricordato.

La ribellione iniziata in Oriente era diretta dal generale Pedro Ivonnet, che raggiunse il grado di colonnello nell’Invasione ad Occidente, ed Evaristo Estenoz, ufficiale dell’esercito “mambì”.

“Pesa e svergogna il passato del quale non si parla -citò Barnet una frase di Josè Martì -, ed oggi ci riferiamo a quella triste e rovinosa pagina della storia cubana”, affermò.

“Fu un germoglio di disubbidienza che insegnò al potere egemonico, che relegò i negri ai più bassi strati della società senza riconoscere la scala dei valori dettata dalla misura dei loro talenti e meriti”, ha affermato Barnet.

Aggregò che solo col trionfo della Rivoluzione nel 1959 si è prodotta una rottura col passato.

“Oggi, nella battaglia contro la discriminazione ed i pregiudizi, siamo tutti compromessi, perché è garanzia per un futuro degno delle nuove generazioni”, ha continuato. All’omaggio, celebrato di fronte alla statua dell’Apostolo, nel Parque Central, ha assistito Rafael Bernal Alemany, ministro di Cultura, e riconosciuti intellettuali, artisti, etnologi e membri di organizzazioni politiche.

Hanno anche partecipato Ivanoa Ivonnet Gascon e Jesus Reina Ivonnet, discendenti di Pedro Ivonnet.

preso da www.cubadebate.cu

traduzione di Ida Garberi

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